La stessa formula comunicativa

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Giornata uggiosa e di pioggia. E quindi ne approfitto per fare con voi alcune riflessioni.
Avete mai fatto caso allo stile comunicativo delle persone? Non di tutte, ovvio, ma almeno di una parte. E soprattutto nei social.
Dunque, seguitemi.
Prendiamo Facebook e facciamo alcune considerazioni. Ci sono persone che hanno uno stile proprio, arrabbiato, critico, propositivo o semplice o naturale. Comunque un tratto comunicativo che li differenzia dalla massa. E poi ci sono post che sembrano tutti uguali, seppur scritti da account diversi. E quindi da diverse persone.

La comunicazione ha ceduto al fascino della moda? Di quella “oggi siamo tutti così”?
Vi faccio degli esempi concreti.
Più di una volta, ho letto post del tipo “Le giornate, quelle belle”. E via di seguito, tutti sulla stessa carreggiata con “Le serate, quelle belle”, “Le amiche, quelle belle”. Come un mantra che si deve ripetere, come un formato che, una volta digitato e inviato, ci fa sentire “diversi”, originali, addirittura.
Oppure: e niente, oggi ho fatto… e niente, volevo dire che… e niente, il mio gatto mi ama.
Con la sua variante e ‘gnente.
E di stesse composizioni ce ne sono davvero tante.

Che il nostro modo di comunicare nasconda e comprenda il nostro modo di essere è un fatto risaputo. E mi chiedo: una persona che nella scelta delle parole da usare, o nella composizione linguistica della frase, segue la moda/massa o massa/moda, cosa denota?
Lo chiedo anche voi.
Ci si sente unici? Originali? Diversi?
Perché poi, queste espressioni omologate sembrano avere un tempo specifico. Durano qualche mese, al massimo tre, e poi cadono nel dimenticatoio, come un vestito che non ci è mai andato.
Nell’intento di sentirsi unici, si finisce per essere tutti uguali. E questo non è esattamente uno dei principi su cui si basa la comunicazione.
Che poi è anche come dare spazi limitati alla possibilità di esprimere un pensiero. Lo stesso concetto ha, invece, infinite possibilità di arrangiamenti. L’unica cosa da seguire, ma sul serio, è la grammatica. E questo è il bello della comunicazione. La stessa che intendo come strumento per poter poter esprimere testa e cuore. Personalità.
Più che fantasia, mettiamoci del nostro. E allora sì, che risulteremo unici e speciali.

Un sorriso

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