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 Team sportivo di successo? Si! Grazie! 
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Messaggio Team sportivo di successo? Si! Grazie!
Team sportivo di successo? Si! grazie! lo vorrei… ma come posso fare?
Nel management sportivo ci sono tante situazioni da gestire, tante sfumature nei rapporti con gli atleti ed i collaboratori da tener presenti… e dobbiamo necessariamente partire dalla base, da un punto fermo dal quale strutturare e organizzare il nostro lavoro.

Cosa fa la differenza nella gestione di una società o associazione sportiva? Indubbiamente avere una VISIONE, una MISSIONE, OBIETTIVI e VALORI ben definiti.
Per addentrarci in questo argomento, riporto un passaggio tratto dal mio libro, passaggio che ritengo fondamentale e nel quale troverete anche suggerimenti concreti ed applicabili per raggiungere un’organizzazione efficente e funzionale della propria realtà sportiva. Buona lettura!

VISIONE, MISSIONE, OBIETTIVI E VALORI DI UN TEAM SPORTIVO DI SUCCESSO

Per motivi prima familiari e poi professionali sono sempre stata a contatto con le scuole calcio. Ho conosciuto giocatori di prime squadre e le più disparate tipologie di dirigenti. Da piccola, quello che mi affascinava era “l’eroe” calciatore. Un eroe che portava a casa la vittoria. La competizione, la sfida ed il risultato finale erano gli elementi che catturavano la mia attenzione e che, in modo superficiale, mi paravano davanti agli occhi un mondo incantato. I dirigenti ben vestiti, con l’aspetto sicuro di sé, mi rafforzavano queste sensazioni. Solo più tardi mi sono resa conto che appunto erano solo sensazioni. La maturità e la maggiore esperienza mi hanno poi presentato risvolti che non immaginavo.

Ho iniziato a prestare attenzione alle dinamiche relazionali, al comportamento mentale dei dirigenti e al loro modo di lavorare.

In varie occasioni mi sono accorta che alcuni dirigenti affidavano la gestione del team più al caso che a stabilite strategie. Iniziative prese il giorno prima, decisioni avventate che portavano risultati non preventivati, inserimento di risorse umane più per conoscenza che per capacità.

Tutto questo una persona non lo dovrebbe fare circa la propria vita né, tanto meno, nella gestione aziendale o nella gestione di una società di calcio. Se pensiamo poi al settore giovanile dove il focus deve essere il bambino, affidarci al caso nella gestione delle attività diventa veramente pericoloso.

Ti faccio un esempio. Immaginiamo di trovarci di fronte ad un grattacielo di Los Angeles. Quello di cui siamo consapevoli è che siamo in America, arrivati per incontrare una persona, non sappiamo se per motivi di affari o di amicizia. Presumiamo che abiti in quel grattacielo, la certezza non ci viene confermata neanche dalla lista nei campanelli. Entriamo nell’atrio e vediamo l’ascensore. Lo chiamiamo. I pulsanti di comando ci dicono che questo grattacielo è composto di 100 piani. A quale piano dobbiamo andare? Non lo sappiamo. Quale soluzione potremmo attuare per raggiungere lo scopo? O ci affidiamo al caso e passiamo in rassegna ogni piano, ogni appartamento, ogni campanello, o costruiamo una vera e propria strategia, impresa più difficile perché siamo carenti di elementi indispensabili come la visione, la nostra missione e l’obiettivo.

Un percorso privo di impostazione strategica non porta risultati, o se li porta sono parziali rispetto alle nostre aspettative. Ma se non sappiamo nemmeno le nostre aspettative ogni risultato che verrà sarà casuale ed il nostro cammino determinato dalle circostanze.

In ogni convegno in cui illustro il procedimento di definizione della visione, missione, obiettivi e valori di un team sportivo di successo, e soprattutto la loro importanza, tutti i partecipanti si trovano d’accordo. Annuiscono, intervengono attivamente alla discussione e ritengono questi elementi indispensabili per la riuscita della scuola calcio. Su questo punto non esiste alcun dubbio. Nella realtà però questi principi guida rischiano troppo spesso di rimanere solo teorici, in alcuni casi vengono applicati in modo non idoneo.

Ogni volta che inizio un percorso di personal coach con una realtà sportiva, sottopongo ai dirigenti ed allenatori un questionario base.

La struttura generale è la seguente: - la visione della tua realtà calcistica; - come vorresti che fosse? - qual è la molla positiva che ti spinge ad appartenere ad essa? - quali sono i tuoi obiettivi come responsabile/dirigente/allenatore? - cosa fai, in concreto, per raggiungerli? - potresti migliorarti? - quali sono i valori con cui svolgi questa attività? - qual è il tuo punto di forza? - qual è il tuo punto di debolezza? - cosa significa per te essere responsabili?

A queste domande ne vengono aggiunte altre specifiche per la realtà di riferimento. Comunque il test serve per verificare se esiste una chiara cognizione di dove e come si lavora, degli obiettivi che ci si pone, dei mezzi impiegati per raggiungerli, di chi si è e del senso della responsabilità.

Dall’analisi comparata delle risposte emerge l’esistenza o meno di una visione, missione e obiettivi comuni.

Il questionario viene fatto compilare in forma anonima, non è sempre la regola ma permette di ottenere risposte più sincere. Rappresenta il primo passo per un percorso di coaching e fa emergere chiaramente la disponibilità dell’intero staff a collaborare per un progetto comune.

Come avrai notato, le domande sono tutte proiettate al presente ed al futuro. Questa struttura permette di stabilire una condizione esistente ed una meta desiderata, delinea, quindi, il percorso da intraprendere. L’utilità del questionario è rivolta anche a chi lo compila: si è indotti a fare un’autoanalisi, a ragionare sui propri obiettivi e sul modo personale di essere. Non esistono risposte sbagliate o giuste ma risposte funzionali o no per il raggiungimento di risultati importanti.

Ora anche tu hai a disposizione queste domande semplici ma efficaci per capire quale cammino proficuo si può intraprendere. Se sei un dirigente applicherai tutto questo all’intero staff: tecnici, dirigenti, custodi, collaboratori in genere. Se invece sei un allenatore questo schema ti sarà molto utile per chiarire in primo luogo quale percorso vuoi intraprendere come tecnico, in secondo luogo, hai a disposizione delle domande che puoi rivolgere ai tuoi allievi. Dalle risposte otterrai un’infinità di informazioni che saranno il punto di partenza per la programmazione della tua attività.

Avrai una chiara visione di ogni tuo singolo allievo, di quali sono i suoi valori, le sue convinzioni e le sue aspirazioni.

Non devi aver paura di sbagliare nell’interpretazione delle risposte perché non c’è niente da interpretare. È sufficiente leggere o meglio ascoltare. Memorizza questa parola: ascoltare, ascoltare, ascoltare. … per costruire strategicamente!

Solidea


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"Prima dí a te stesso cosa vorresti essere; poi fai ciò che devi fare." Epitteto
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Immagine Docente e Formatore in comunicazione efficace. Fondatrice di Comunicare PositivaMente.
Solidea Vitali è anche su: Immagine Immagine Immagine


28 mag 2009, 11:02
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